Risata: detti e contraddetti

La brava e simpatica collega Teacher di Yoga della Risata Lucia Berdini, ha pubblicato nei giorni scorsi un post su Facebook commentando i numerosi proverbi popolari italiani che mettono in cattiva luce il ridere.

Ho voluto approfondire perché questo è uno degli aspetti che tratto nelle mie presentazioni in aziende, associazioni e Università della Terza Età, come introduzione alla sessione vera e propria di Yoga della Risata.

In che modo? Proprio all’inizio della conferenza – per la quale abitualmente per deviazione professionale preparo delle diapositive accattivanti che aiutino la memorizzazione dei concetti teorici – pongo la domanda

“Quando pensate alla risata e all’azione del ridere cosa vi viene in mente?”.

Naturalmente il pensiero va per prima cosa ai detti – a volte anche in puro dialetto locale – associati negativamente alla risata. Primo fra tutti “Il riso abbonda sulla bocca degli stolti”, il cui autore è “Anonimo” ma è riuscito anche in assenza di social network a rendere virale una affermazione del tutto infondata (sob!).

Raramente qualcuno cita frasi positive e questi riscontri sono lo spunto per far comprendere alle persone le ragioni culturali che sono alla base della meravigliosa risata infantile, via via perduta con la crescita, condizionata dal conformismo sociale e particolarmente rigorosa verso le donne, il cui comportamento deve mantenersi contegnoso e controllato (questo riguarda tutte le emozioni, in realtà).

A questo punto consegno ad ognuno dei presenti un cartoncino colorato (ne ho preparati oltre 30 e li aggiorno quando scopro qualcosa di nuovo) che riportano ciascuno una frase, un aforismo, un proverbio che, invece, pone l’accento sulla positività della risata, sul suo potere di favorire il benessere, le relazioni e il nostro equilibrio personale.

Invito ciascuno a leggere ad alta voce la frase riportata sul cartoncino e le persone scoprono che da Lord Byron a Sigmund Freud, da Aldo Palazzeschi a Giulio Cesare, sono tantissimi i personaggi famosi che hanno ritenuto di sponsorizzare il valore del ridere e che si contrappongono agli “Anonimi” di tutti i tempi che l’hanno screditata.

Sappiamo che chi si accosta per la prima volta allo Yoga della Risata può sperimentare – insieme alla curiosità – un senso di disagio e di diffidenza.  In questo modo, invece, si attiva una bellissima “gara” che non solo porta lo stato mentale in energia positiva ma predispone a condividere con maggiore disponibilità la successiva esperienza pratica.

Lascio i cartoncini ai partecipanti e so per certo che verranno conservati e aiuteranno a ricordare l’incontro e le emozioni vissute.

Cosa ne dite? È un modo semplice ma efficace di coinvolgere attivamente le persone e farne dei “fans” della disciplina e, in generale, della risata.

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