La risata incondizionata nella vita e nella professione

Quali sono i vantaggi della risata incondizionata nella vita e nella professione?

Oltre 10 anni fa ho avvicinato il tema della risata incondizionata frequentando un corso organizzato da due insegnanti della Laughter Yoga University a Milano, Monica Giordani e Alberto Terzi.

La mia curiosità era legata solo ad un bisogno di tipo personale. Stavo attraversando un periodo faticoso sul piano emotivo e la promessa di poter ritrovare la capacità di ridere e affrontare le situazioni con maggiore buonumore mi attraeva molto.

Le due giornate sono state… incredibili. Fin dal primo giorno la sensazione di leggerezza sperimentata nel corpo e nella mente è stata una riscoperta. Ho ricontattato la mia essenza intima e ho intuito che quella era una via di tipo spirituale, prima ancora che fisico.

Il potere che possiamo utilizzare semplicemente ridendo quando occorre, ci mette nella condizione di reagire alle situazioni critiche attivando nel nostro corpo il piccolo esercito di ormoni e neurotrasmettitori che, a costo zero, aiutano il nostro sistema immunitario e innalzano le nostre energie positive.

Un “cocktail” poco alcolico ma che provoca effervescenza naturale

Ma il famoso “Joy Cocktail” fatto da betaendorfine, ovvero gli analgesici che generano uno stato di rilassamento, serotonina che è un antideprimente naturale, dopamina che attiva le morfine del corpo ed encefaline che aiutano la produzione di anticorpi, si attiva se la risata perdura per almeno 8-10 minuti consecutivi.

Nel contempo il temibile ormone dello stress, il cortisolo, diminuisce la sua azione e migliora le nostre capacità di mantenerlo nei limiti positivi dell’eustress, indispensabile per una performance eccellente.

Inoltre la risata è, a tutti gli effetti, una profonda respirazione che apporta ossigeno a tutto il corpo e al cervello in particolare.

Ma dai… è impossibile ridere così a lungo senza motivo!

Ed è a questo punto che, in genere, le persone esclamano “ma come si fa a ridere così a lungo!” ed è qui che la risposta arriva da una metodologia – ideata dal medico indiano dr Madan Kataria 25 anni fa e ampiamente collaudata – che permette di allenare la propria capacità di ridere in modo incondizionato: Laughter Yoga (Yoga della Risata).

Incondizionato vuol dire che, a differenza del solito, non dobbiamo attendere che qualcosa ci faccia ridere ma che possiamo generare da soli la nostra risata, senza sollecitazioni esterne a noi di alcun tipo.

La semplicità di approccio della pratica la rende accessibile a chiunque, a qualsiasi età e con risultati concreti ed evidenti fin da subito. Si impara attraverso sessioni di gruppo organizzate all’interno delle organizzazioni oppure frequentando uno dei numerosi Club sociali italiani (www.yogadellarisataclub.it).

Le sessioni collettive sono utili soprattutto all’inizio per l’effetto contagioso determinato dall’azione dei neuroni specchio e il senso di complicità ma il vero successo della pratica è riscontrabile quando si riesce a ridere anche da soli.

E, ancora di più, quando la risata diventa un approccio mentale che orienta il nostro modo di affrontare la vita e le relazioni interpersonali.

Dopo l’esperienza delle due giornate di corso, ho proseguito la mia formazione ed è stata una evoluzione naturale progettare l’inserimento della risata incondizionata nella mia attività professionale, cioè nei corsi di formazione così come nell’attività di coaching scoprendone le interessanti applicazioni.

Ridere insieme abbatte differenze di ogni tipo: sociali, di ruolo, culturali, di genere, linguistiche e crea una connessione intima ed immediata con le altre persone.

La cornice giocosa dell’attività, il muoversi nello spazio senza troppe costrizioni, la condivisione del senso buffo delle azioni permette di allentare tensioni e trovare una sintonia giocata sulle emozioni e non sulla componente cognitiva, così preziosa ma anche così “arida” di leggerezza e creatività.

Leggi l’articolo “Club della Risata … ma cosa si fa?”

Perdere la “faccia” – o la “facciata sociale” a volte così ostinatamente costruita – permette un’azione di team building rapida, semplice ed efficace. Una funzione molto interessante per formatori e leader di gruppi…

Predispone ad aprire la mente a nuove esperienze di apprendimento con atteggiamento disponibile.
Crea un lessico originale e delle modalità di comunicazione nuove che ancorano ad una sensazione di benessere e rilassamento.

… per la vita personale

Nella vita personale questo significa maggiore sicurezza di sé e minor timore di svelarsi agli altri in modo autentico, abilità di comunicare ed ascoltare in modo più sensibile e aperto, capacità rafforzata di resistere alle “intemperie della vita” e creare condizioni felici nella propria quotidianità.

e per quella professionale …

Nell’ambito lavorativo saper ridere in modo incondizionato permette di sdrammatizzare conflitti e orientarsi alla ricerca di soluzioni costruttive, avvertire la responsabilità comune del risultato, gestire i fattori di stress mantenendo un sano equilibrio psico-fisico.

I professionisti che lavorano con e per le persone (formatori, coach, counselor, insegnanti scolastici, operatori socio-sanitari…), possono inserire gli esercizi di risata nell’attività ed ottenere migliori risultati dal loro lavoro favorendo relazioni più efficaci.

Alla luce di tutti questi vantaggi, che le neuroscienze e la P.N.E.I. (PsicoNeuroEndocrinoImmunologia) in particolare hanno ormai ampiamente dimostrato, spesso mi chiedo cosa freni le aziende nell’avviare un progetto BenEssere incentrato proprio sulla risata incondizionata.

Molte lo hanno fatto, magari anche creando un “Club della Risata” in azienda che permette di mantenere l’attività nel tempo gestendola al proprio interno, senza necessità di coinvolgere il consulente esterno se non per avviare il progetto.

Sono quelle aziende che hanno davvero accolto il principio che il benessere dei dipendenti torna anche a vantaggio delle loro prestazioni in termini di accresciuto senso di responsabilità, impegno, proattività, creatività e, quindi, dei risultati complessivi d’impresa.

E le altre?

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