Languire: la nuova emozione causata dalla pandemia e come prevenirla

Non è ancora una condizione di depressione ma ne è l’anticamera, secondo il sociologo Corey Keyes che ha coniato il termine “languishing, ovvero languire” e che ha osservato che molte persone, pur non essendo oggi depresse, non vivono una condizione di benessere e potrebbero rischiare un peggioramento nel futuro.

Dare un nome alle emozioni per poterle gestire

Conoscere le emozioni è fondamentale per la nostra capacità di stabilire relazioni interpersonali e dare loro un nome è il primo passo per imparare a riconoscerle e gestirle.

Sembra un apprendimento banale ma non lo è affatto. Le emozioni, infatti, sono numerose e creano una sorta di “tavolozza” dove una sfuma nell’altra e spesso rende difficile riconoscere agevolmente cosa stiamo “sentendo”.

A partire dalle sei classificate “primarie” dallo psicologo Paul Ekman (gioia, tristezza, rabbia, paura, disgusto e sorpresa), le emozioni si sovrappongono e danno origine a quelle “secondarie” come senso di colpa o invidia, ad esempio.

Pensa alla gioia e sorpresa mescolate fra loro quando rivediamo una persona cara inaspettatamente. Rabbia, tristezza e delusione quando riteniamo di aver subito un torto da una persona alla quale teniamo e via dicendo.

La pandemia è la causa della nuova emozione definita “languire”

Il lungo periodo di stress che stiamo vivendo a causa della pandemia ha prodotto un nuovo tipo di emozione, diffusa e collettiva, che lo psicologo americano Adam Grant in un recente articolo apparso sul New York Times ritiene potrebbe essere l’emozione dominante del 2021.

Lo specialista descrive il languire in questo modo

«È come se stessi arrancando attraverso i tuoi giorni,
guardando la tua vita attraverso un parabrezza nebbioso»

Penso che questa frase renda molto bene una sensazione che mi riguarda anche personalmente e che ho scoperto – leggendo l’articolo – di aver contrastato mettendo in pratica inconsapevolmente proprio quelle strategie che Adam Grant suggerisce.

In italiano si traduce in “languire”, che fa pensare ad uno stato di inerzia, debolezza, abbattimento e anche sottile malinconia determinato da una mancanza di prospettiva rispetto all’evolversi, o meglio risolversi, della situazione che stiamo vivendo.

Capita di non essere consapevoli di questo stato, perché le avvisaglie sono lievi, come una generale indifferenza verso i rapporti interpersonali o una diminuzione della gioia nel fare determinate attività e, in questi casi, non scatta nemmeno la ricerca di un aiuto esterno o il prendere iniziative personali per contrastarla.

Gli antidoti che puoi usare per evitare il languire

Se ci riconosciamo nei sintomi del languire, incominciamo con l’usare questo termine per descrivere come stiamo e incominceremo a diradare un po’ quella foschia che copre l’orizzonte della nostra vita.

E, come secondo passo, utilizziamo gli antidoti che possono aiutarci a ritrovare equilibrio e benessere. Ad esempio, possiamo cercare una nuova attività – meglio se semplice – che possa assorbire la nostra attenzione, qualcosa che risvegli la proattività, la voglia di fare e realizzare.

Non importa se è un nuovo gioco elettronico, le sciarade enigmistiche, la stesura della nostra autobiografia, imparare a suonare finalmente la chitarra o il flauto traverso.

Serve che sia qualcosa che ti permetta di immergerti in modo concentrato in ciò che stai facendo, senza troppe interruzioni e così “entrare nel flusso”, quella meravigliosa sensazione che non esista altro di significativo al mondo che ciò che stai facendo… e ti dia la soddisfazione di una piccola vittoria.

Imparare un mantra mi ha aiutata a non “languire”

È quello che, come scrivevo sopra, mi è capitato di mettere in pratica l’anno scorso e che sono sicura mi ha aiutata a mantenere ottimismo e speranza nel futuro.

Ad esempio, avendo avvicinato qualche anno fa il tema dei “Mantra”, ho deciso di voler imparare “Gayatri Mantra” definito come uno dei più antichi e potenti dalla cultura induista.

Mi piaceva il significato del testo, che si rivolge all’energia solare creatrice per risvegliare le energie vitali e promuovere la liberazione dalla negatività e dall’ignoranza, ma volevo anche mettermi alla prova nell’imparare a memoria una successione di sillabe che, poiché scritte in sanscrito, mi erano del tutto incomprensibili.

Il testo è questo

Om bhur bhuvah svah
Tat savitur varenyam
Bhargo devasya dhimahi
Dhiyo yo nah prachodayat

Come per tutti i Mantra è molto importante la pronuncia del testo*, perciò ho studiato ascoltando la recitazione in uno dei tanti video rintracciabili su Youtube che, un po’ come per il karaoke, faceva apparire le frasi in sovraimpressione.

Mi sono impegnata e in breve tempo ho imparato a recitare “Gayatri Mantra” senza esitazioni per le 108 ripetizioni rituali e sono certa dei benefici che ha prodotto sul piano della resistenza allo stress, dell’allontanamento dei pensieri negativi e di una più profonda consapevolezza spirituale.

È solo un esempio di tante “strategie” che ho attuato, mi fanno stare bene su tanti piani e, in più, tengono lontano il rischio di “languire”!

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13 maggio 2021 dalle 20.30 alle 22.00
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* om bur buva suaà, tat savitur, variniam, bargo deva siadi-maì, diò ionà praciodayàt
(fonte viveremeglio.org)

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