Tag Archivio per: dire di no

L’assertività migliora i risultati aziendali perchè permette ad ogni collaboratore, in qualsiasi ruolo, di esprimere al meglio le proprie qualità e il proprio contributo di idee e di soluzioni.

Occorre però chiarire i malintesi sul concetto di “assertività”! Dalle centinaia di persone che hanno frequentato i miei corsi su questo tema ho scoperto che molti pensano definisca un atteggiamento aggressivo e autoritario mentre altri non ne sanno definire il significato con precisione ma lo associano ad “imporre la propria opinione”.

Durante il corso si ricredono, ovviamente. Scoprono che una comunicazione assertiva è un modello relazionale per stare bene con sé stessi e con gli altri, senza soccombere e senza sovrastare nessuno ma affermando i propri diritti, salvaguardando i propri valori ed obiettivi nel pieno rispetto reciproco.

Infatti, tutta l’assertività si sintetizza nell’espressione “io sono ok – tu sei ok” e si basa su 7 abilità: autostima positiva, capacità di ascolto, gestione dei feedback costruttivi, gestione dei feedback positivi, saper dire di no, avanzare richieste e definire obiettivi.

Simple but not easy!

Non è facile perché alla base di tutto c’è il substrato educativo che ci ha fatto diventare le persone che siamo oggi e che non sempre è stato indirizzato a fornirci un buon equilibrio emotivo e una sana autostima (io sono ok), creando dinamiche relazionali influenzate dal nostro inconscio e dalle nostre vulnerabilità.

Mostra paura e debolezza sia la persona che si esprime in forma aggressiva e si atteggia a superiore a chiunque per evitare ogni confronto, sia quella che accondiscende sempre ai bisogni degli altri, non prende posizione e non riesce a dire di no pur di sfuggire ad una contrapposizione.

L’assertività definisce questi due comportamenti “aggressivo” e “passivo”, ci insegna ad identificarli in noi e negli altri e ad imparare come interagire per riportare sempre le relazioni sul piano “ok-ok”.

Promuovere una cultura dell’assertività che benefici può portare?

Assodato che le persone non lavorano solo per denaro, tutte le teorie motivazionali considerano come oggetto del loro studio i desideri dell’uomo e tentano di individuare i motivi che possono stimolare in loro il desiderio di lavorare al meglio.

I risultati di tali studi indicano che, in generale, alle persone piace di più lavorare in modo creativo, con intelligenza e responsabilità  e offrendo queste condizioni di lavoro le organizzazioni risultano  molto più produttive.

Se concordiamo con il presupposto che lavorare con piacere permette di lavorare bene, risulta di fondamentale importanza gestire correttamente il “modello relazionale” presente in un’organizzazione aziendale.

Infatti, i lavoratori apprezzano un ambiente professionale se esiste una buona qualità di rapporto con e tra il management, se possono essere orgogliosi dell’attività svolta dalla società (immagine, reputazione, impegno sociale, etica, qualità dei prodotti-servizi) e se l’ambiente relazionale è amichevole e improntato alla collaborazione di gruppo.

Un’azienda che opera la scelta di favorire una comunicazione assertiva pone i presupposti per generare un ambiente di lavoro nel quale le persone trovano benessere, ovvero risposta ai loro bisogni e condivisione dei valori umani più profondi e ciò si traduce in una serie di concreti benefici proprio rispetto ai risultati aziendali.

Un diffuso senso di rispetto reciproco fra le persone, a prescindere dal ruolo gerarchico ricoperto, favorisce la possibilità di gestire costruttivamente i conflitti.

Esprimere la propria opinione in modo manifesto non viene vissuto infatti come un “azzardo” che può mettere l’interessato in cattiva luce, bensì come l’opportunità di verificare nuove e più creative soluzioni ai problemi.

Evitare la critica tacita ed implicita significa rendere più produttivi i confronti e molto più efficaci le soluzioni adottate.

Per non parlare dei risparmi di tempo (basti pensare a tutto quello che viene impiegato nelle aziende per alimentare la “critica  da corridoio”) consentiti dalla possibilità di far valere le idee personali o difendere apertamente alcuni valori.

Lavorare per obiettivi in un contesto relazionale esplicito

In un’azienda che comunica assertivamente, inoltre, gli obiettivi professionali di ciascuno sono chiaramente definiti e accettati o negoziati dai collaboratori stessi.

Così come viene esplicitato il livello di prestazione atteso da ognuno e la qualità del lavoro viene apprezzata e riconosciuta in modo palese. In questo modo le persone colgono chiaramente il valore del loro contributo al successo dell’impresa e sono stimolate a ricercare produttive sinergie e ad offrire collaborazione ai colleghi.

Il modello relazionale assertivo, partendo dal fondamento del reciproco rispetto, consente una concreta valorizzazione del “capitale umano”, risorsa strategica di ogni azienda, e offre ai “capi” la possibilità di ispirarsi ad una leadership al servizio del gruppo e non sul gruppo.

C’è quindi una stretta relazione fra assertività e risultati aziendali!

Il cambiamento da operare può essere faticoso, perché mette in discussione cattive abitudini che – purtroppo – a volte sono molto radicate nel tessuto culturale dell’azienda ma i risultati che è possibile ottenere sono talmente positivi, sotto tutti i punti di vista, che mi sento di sostenere che ne vale assolutamente la pena!