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Circa dieci anni fa è incominciato il mio “risveglio” alla vita, la scoperta che grazie ad una maggiore consapevolezza potevo decidere il mio destino.

Libera di scegliere come destinare il mio tempo e denaro, ho lasciato che gli interessi che la routine aveva addormentato trovassero il modo di essere riscoperti e finalmente vissuti: dal cinema ai seminari di discipline spirituali, dallo yoga della risata ai ritiri di meditazione e silenzio.

Su questo tema l’altro giorno, leggendo un giallo piuttosto avvincente (Dire, fare, morire di L. J. Sellers), mi sono imbattuta in una frase che mi è piaciuta per la sua efficacia nel rendere il concetto che ogni vita è irripetibile ed originale.

Il destino di una persona è un intreccio di tante piccole scelte e molte circostanze. Ogni azione, ogni incontro è solo un filo di quella trama che si chiama vita

Cosa mi ha permesso di cambiare negli ultimi dieci anni la mia trama? La consapevolezza che ogni cosa poteva dipendere da una mia scelta.

Ogni piccolissimo gesto è una scelta, ma quasi sempre è inconsapevole, perché nasce dal profondo di noi stessi, del nostro inconscio.

Diciamo che qualcosa “ci chiama” quando avvertiamo una tensione positiva verso una persona o una attività, quando anziché razionalizzare lasciamo prevalere il “sentire” che ci offre risposte sicure e rende decisi i nostri passi verso quella meta.

A quel punto le nostre priorità trovano un ordine naturale, siamo disposti ad investire il tempo ed il denaro necessari, ad abbandonare abitudini coltivate da anni e ad agire il cambiamento in modo consapevole.

Perché questo processo si realizzi, però, dobbiamo essere recettivi e non opporre barriere fatte di alibi e scuse al nostro sentire.

Più ci arrocchiamo nei “sì, ma” e nei “se” più la trama della nostra vita è disegnata nonostante noi, dagli altri che ci sospingono nella direzione che desiderano.

Ogni piccola decisione determina conseguenze che non sempre abbiamo desiderato.

Se potessimo vedere il quadro della nostra esistenza già completato potremmo scoprire che ciò che mentre accadeva suscitava una determinata emozione – paura, rabbia, esaltazione, nostalgia – visto nell’insieme assume un altro significato.

Vedremmo che cosa è accaduto a seguito di quella reazione che ci ha dominato inconsapevolmente, avremmo la possibilità di capire le cause di episodi apparentemente inspiegabili che ci sono accaduti.

Ecco perché è importante allenarci ad una maggiore consapevolezza, ad una presenza più sensibile in ciò che facciamo ed essere gli autori del disegno della nostra vita.

A partire dal gestire i pensieri che affollano la nostra mente, in un incessante lavorio che ricrea o anticipa scenari che generano stati d’animo sperimentati nel passato o che potremmo provare nel futuro, facendoci perdere di vista ciò che accade ora, nel presente.

Siamo stati tutti fortemente condizionati – nel bene e nel male – fin dalla nascita e solo attraverso una maggiore consapevolezza possiamo iniziare a liberarci da quello che non rappresenta una vera scelta ma è solo un riflesso automatico dettato dal nostro inconscio.

Dobbiamo aspirare ad essere protagonisti della nostra vita e non comparse e spettatori, fini tessitori di quella meravigliosa trama che chiamiamo destino ma che, in realtà, è l’opera più importante che noi stessi creiamo.

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